Pascale: troppi allarmismi tumori-rifiuti
Nuovi chiarimenti dai ricercatori del Pascale sulla relazione tumori-rifiuti. Il processo di concerogenesi - chiarisce una nota che si apre con le firme dei professori Santangelo, Vecchione, Di Minno e Olivieri - richiede 10-20 anni di esposizione e di accumulo nei tessuti e nelle cellule di sostanze cancerogene per determinare un danno genotossico. Tra oltre 200 diossine conosciute, la Tcdd è quella cancerogena e teratogena per i nascituri. Le diossine sono prodotte dalla combustione a basse temperature di sostanze organiche e derivati del petrolio. Le alte temperature dei termovalorizzatori e i filtri al carbone posti a valle delle emissioni in atmosfera abbattono del tutto l'emissione di diossina. Nelle province di Napoli e Caserta gli eccessi di mortalità oncologica potrebbero mettersi in correlazione con esposizione a sostanze chimiche sversate nei decenni precedenti. Ora servono studi epidemiologici mirati nelle aree in cui si è avuto lo smaltimento di sostanze tossiche e nocive. I rifiuti solidi urbani contenenti residui alimentari (umidi), imballaggi (cartacei e lignei) e altre sostanze di origine vegetale non sono cancerogeni o nocivi, se sversati in discariche a norma. I rifiuti speciali devono essere smaltiti con apposite procedure e con specifici trattamenti.